In ogni essere umano succede che quando mangiamo i cibi ingeriti vengono scomposti ed entrano nel sangue sotto forma di enzimi e zuccheri, gli zuccheri variano a seconda dell’attività fisica, del metabolismo, dell’alimentazione e di tutti i fattori emozionali: agitazione, ansia, preoccupazione, tristezza, gioia o stupore.
Il nostro corpo a seconda degli zuccheri che ci sono nel sangue attiva le cellule Beta che ci sono nel pancreas e produce insulina…L’insulina è una chiave che permette agli zuccheri di entrare in ogni nostra più piccola cellula e così abbiamo l’energia, o meglio il carburante per respirare, vivere, ragionare, scrivere, giocare, correre, fare l’amore ecc…ecc…..
Quindi tutti siamo insulino dipendenti, la differenza tra un diabetico e un non diabetico è che nei diabetici l’insulina viene prodotta male, non in quantità sufficiente o nel caso dei diabetici di tipo 1 non viene prodotta affatto perché il corpo ha distrutto per sbaglio e per ragioni ancora incomprensibili (ed oggetto di studio) le cellule beta che ci sono nel pancreas.
SENZA INSULINA NON SI PUO’ VIVERE
Il corpo non riceve nutrimento, gli zuccheri ingeriti si accumulano nel sangue e l’organismo patisce ed ecco i sintomi più comuni: sonnolenza, debolezza, sete implacabile e di conseguenza bisogno di fare la pipì mettendo così i reni sotto sforzo. L’organismo inizia a scindere grassi e proteine per ricavarne degli zuccheri quindi i muscoli ne patiscono ed il dimagrimento è immediato (questo processo si chiama chetoacidosi). Questa catena che si innesca intossica tutto l’organismo danneggiandolo ulteriormente anche a livello cerebrale, lo step successivo è il coma iperglicemico e poi la morte…
Non è colpa di nessuno, e non si sa perchè ma così funzionano le malattie autoimmuni… alcune cellule non vengono riconosciute come amiche e la macchina meravigliosa dentro il nostro corpo per difendersi le annienta.
Ecco l’unica differenza tra chi ha il diabete e chi non ce l’ha…il modo in cui l’insulina viene prodotta ed arriva nel corpo per svolgere il suo indispensabile lavoro
ALLA COSTANTE RICERCA DI ……. UN EQUILIBRIO!
La Glicemia ovvero la quantità di zucchero nel sangue, come valore di riferimento, nella norma deve essere compresa tra gli 80 mg/dl e i 120mg/dl.
Oltre i 180mg/dl i reni vanno già in lieve sofferenza iperglicemia
sotto i 60 mg/dl l’organismo non ha l’energia ed il nutrimento necessario per svolgere al meglio le proprie funzioni, ipoglicemia se la glicemia scende troppo può sopraggiungere il coma ipoglicemico.
Tutti i diabetici tipo 1 in tutto il mondo vanno alla ricerca di questo equilbrio, sentendosi pari a Dio
se la glicemia rientra nei parametri oppure azzerando completamente autostima e buon umore quando non lo raggiungono.
Il valore glicemico si ottiene bucandosi con un apposito pungi-dito il polpastrello, questa minuscola goccia di sangue attracevro l’utilizzo del glucometro ci permette di visualizzare il valore glicemico di quel preciso istante. Questo controllo deve essere effettuato 4,5,6,7,8…volte al giorno (ma anche molte di più se necessario).
IL GLUCOSIO (LO ZUCCHERO)
Lo zucchero nel sangue arriva per due vie differenti: la prima è attraverso il nutrimento, ciò che si mangia: tutti gli alimenti che contengono carboidrati più o meno complessi (ovvero che si trasformino all’interno del corpo più o meno velocemente in zuccheri semplici)
vanno calcolati prima di essere ingeriti ed a seconda dei propri fabbisogni individuali stabiliti con il proprio diabetologo e a forza di tentativi, i diabetici di tipo 1 devono iniettarsi la quantità di insulina necessaria alla loro assimilazione, non di meno e non di più…
L’altra via è attraverso il fegato (una sorta di magazzino di zuccheri): esso “sbriciola” glucosio nel sangue con cadenza variabile durante tutta la giornata in modo da garantire una copertura “basale” di nutrimento giornaliero.
il diabetico deve imparare a capire come funziona il proprio fegato e tenendo conto di ciò inserire nel proprio corpo anche l’insulina necessaria a coprire il suo lavoro.
individui diversi, fasce giornaliere diverse, fabbisogni diversi bisogna continuamente cercare di imitare il lavoro che farebbe la parte di pancreas che è andata distrutta.
L’unica terapia possibile, terapia e non cura, è la somministrazione di insulina.
L’insulina non può essere ingoiata, né spruzzata né spalmata: va iniettata nel derma.
COME SOMMINISTRARE INSULINA NEL CORPO
Due sono attualmente le modalità di introduzione d’insulina nel corpo:
- tramite più punture al giorno (terapia multi-iniettiva) tra cui una di insulina detta “lenta” per coprire la basale (il lavoro del fegato) ed una di insulina “rapida” per gestire gli zuccheri inseriti ai pasti. (I boli).
- attraverso microinfusore: un macchinario programmabile, dell’ingombro di un cellulare, contenente una siringa a pompa che attraverso un’ago cannula posizionato sotto cute inietta insulina a piccolissime dosi per coprire la basale e ad ogni pasto inietta, con intervento manuale, un “bolo” per coprire i carboidrati ingeriti.
IPERGLICEMIA/IPOGLICEMIA
Il diabete tipo 1 di per sé causa dunque un innalzamento della glicemia che a lungo termine risulta nocivo a tutto l’organismo, questo innalzamento viene chiamato iperglicemia. Per combattere l’iperglicemia non si può far altro che introdurre insulina, ma bisogna essere molto attenti perché troppa insulina somministrata potrebbe far abbassare eccessivamente il contenuto di zuccheri all’interno dell’organismo portando alla condizione inversa chiamata ipoglicemia. In coma iperglicemico ci si arriva mantenendo dosi massicce di zuccheri nel sangue per periodi lunghi, in coma ipoglicemico basta sbagliare dosaggio una volta sola. L’ipoglicemia per un diabetico è molto più pericolosa, nell’immediato, dell’iperglicemia.
Il diabete è una grossa responsabilità non è una di quelle malattie per cui il medico prescrive una terapia da seguire senza farsi troppe domande.
Il diabete è una malattia che richiede attenzione costante perché la terapia cambia continuamente in base all’attimo che stai vivendo
Cambia in base a quello che hai mangiato, a quanto hai camminato, a cosa stanno facendo gli ormoni dentro di te e a seconda delle emozioni che provi, non si possono iniettare le stesse quantità di insulina tutti i giorni.
Il diabetologo è una figura importantissima che più che darci la terapia bella e pronta deve insegnarci come affrontare tutte queste diverse situazioni.
Ma quante visite facciamo in un anno? Quattro se siamo fortunati e difficilmente durano più di 15 minuti l’una.
In pratica solo una delle 8760 ore che compongono un anno le passiamo insieme al diabetologo, il resto del tempo siamo praticamente soli.
Certo si spera che il diabetologo sia sempre disponibile nelle situazioni di emergenza, ma ciò non toglie che ci venga affidata la gestione della nostra malattia
Al momento non esiste una cura definitiva per il diabete di tipo 1.
In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000 e l’incidenza di questa condizione è in aumento in tutto il mondo (tra il 2001 e il 2009 l’incidenza di diabete di tipo 1 nei soggetti al di sotto dei 20 anni è aumentata del 23%, il che significa che il numero dei giovani ai quali viene diagnosticato il diabete di tipo 1 cresce del 3% ogni anno).
Il diabete è una grossa responsabilità non è una di quelle malattie per cui il medico prescrive una terapia da seguire senza farsi troppe domande.
Il diabete è una malattia che richiede attenzione costante perché la terapia cambia continuamente in base all’attimo che stai vivendo
Cambia in base a quello che hai mangiato, a quanto hai camminato, a cosa stanno facendo gli ormoni dentro di te e a seconda delle emozioni che provi, non si possono iniettare le stesse quantità di insulina tutti i giorni.